Un incidente in moto in Val Gardena segnò il destino dell’allora diciassettenne Florian: perse una gamba e dovette trascorrere lunghi mesi in riabilitazione. Ma arrendersi non è da lui e così ha frequentato un corso di sci per disabili “standing” con stabilizzatori e ha iniziato a praticare molto sport. “Lo sport mi ha aiutato nella riabilitazione, sia fisicamente che mentalmente”, conferma oggi.

Le prime tre volte ha gareggiato nello sci alpino vincendo nel 2002 a Salt Lake City la medaglia di bronzo nel Super G. Dal 2010 fa parte della squadra di sledge-hockey. Nella versione dell’hockey su ghiaccio per persone diversamente abili i giocatori si muovono utilizzando uno slittino e due bastoni da gioco con una estremità appuntita da un lato per spingersi e l’altra fatta a pala per colpire il puck.

Collaboratore e socio Volksbank

Florian è collaboratore di Volksbank dal 1999. “Il settore bancario mi ha sempre affascinato, mi piace il contatto con le persone e riuscire a trovare buone soluzioni per i clienti.” Florian ha lavorato nella consulenza e ora fa parte dell’help desk presso la sede centrale della Banca a Bolzano. I suoi colleghi lo apprezzano per la sua natura calma, concreta e disponibile. È legato a Volksbank anche come azionista.

Abbiamo fatto qualche domanda a Florian

Raccontaci l’emozione che hai provato nel partecipare a questa olimpiade rappresentando l’Italia come portabandiera.
È stata un’emozione unica e bellissima, entrare nello stadio olimpico come primo dello squadrone italiano e sentire il boato e l’incitazione da parte del pubblico, una cosa indescrivibile che mi ha reso fiero e che porterò per sempre nei miei ricordi…

Parlaci un po’ meglio di queste olimpiadi.
Per me questa sesta edizione è stata forse una delle più belle, innanzitutto per l’onore di fare il portabandiera, ma poi anche dal punto di vista sportivo perché con la mia squadra di para ice hockey abbiamo raggiunto il nostro miglior piazzamento nella storia. Anche se alla fine il 4° posto ci ha molto amareggiato, però mi ha fatto vivere bellissimi momenti di sport e di amicizia con i miei compagni, coi quali si vince e si perde tutti insieme. La Location stessa forse non era così bella come p.e. alle Paralimpiadi di Vancouver o Torino, ma lo spirito ed il clima olimpico è sempre magico, un grande evento mondiale ben organizzato.

Che importanza ha per te lo sport e come è iniziata questa avventura?
Per me lo sport ha sempre svolto un ruolo importante nella mia vita. A 4 anni ho iniziato a giocare ad hockey su ghiaccio nella mia squadra di Selva. Ho giocato anche a calcio e da buon gardenese mi piaceva certamente anche andare a sciare con gli amici… ma soprattutto l’attività sportiva è stata di fondamentale importanza dopo il mio incidente in moto. Non solo dal punto di vista riabilitativo ma anche psicologico e sociale. Una sorta di rinascita, perché lo sport è vita!!

Poi a me è sempre piaciuto misurarmi con gli altri, in qualsiasi sport, sono sempre stato molto ambizioso in questo campo. Se non avessi praticato sport paralimpico non avrei probabilmente mai partecipato alle Olimpiadi (paralimpiadi) e potuto così conoscere un mondo straordinario, diverso da quello che ero abituato, ma bellissimo ed appagante, sia per il mio corpo che per la mente e poi per l’importanza della vita e del rispetto per le persone.

Certo che per fare tutto ciò bisogna compiere grandi sforzi, fatiche e dedicare tanto tempo libero, ma del resto credo e penso che non sia poi molto diverso da tanti altri colleghi che praticano un’attività sportiva o hanno altri hobby. E poi serve una moglie paziente e comprensibile, che in mia assenza riesce a gestire i vari compiti nella famiglia. Senza il suo sostegno e la sua comprensione per quello che amo fare di certo non avrei mai potuto dedicarmi in questa maniera alle mie attività paraolimpiche. Sicuramente devo anche ringraziare la Banca che nelle varie occasioni mi ha sempre sostenuto e concesso il tempo necessario per seguire questa mia passione…