Cosa fa la comunità vincenziana?

L’associazione Vizenzgemeinschaft ODV è attiva in tutto l’Alto Adige, è organizzata in nove sezioni, ciascuna con il proprio ambito di attività. Tra queste, il sostegno agli ex-migranti, ai genitori single e agli anziani. I volontari si occupano di organizzare gli appuntamenti con i medici e/o accompagnano le persone alle visite. In casi d’emergenza sono pronti a intervenire immediatamente per offrire il loro supporto.

Di che cosa ti occupi all’interno dell’associazione?

Supporto sia le famiglie che i singoli, questo sostegno va ben oltre le questioni finanziarie. Ad esempio, li aiuto con l'integrazione, offro lezioni di lingua e do una mano con la burocrazia. La mia attività si adatta sempre alle specifiche necessità delle singole persone.

Attualmente sono responsabile di una famiglia, di norma le faccio visita una volta alla settimana alternandomi regolarmente con un altro volontario.

Vi racconto una storia, un esempio di come si concretizza il mio sostegno: recentemente la famiglia che seguo aveva bisogno di uno zaino da scuola per uno dei bambini. Mentre a molti ragazzini vengono spesso regalati zaini nuovi, i bambini di questa famiglia si dovevano accontentare di uno di seconda mano. In quel caso, il mio compito era trovarne uno e acquistarlo, utilizzando i fondi messi a disposizione dall'organizzazione.

Da dove nasce la tua motivazione a fare volontariato?

Mi ritengo fortunata perché sono in una situazione privilegiata. Il volontariato mi rende consapevole costantemente e mi ha aperto gli occhi sulle cose che contano davvero nella vita.

Per affrontare problemi di questa portata, il sostegno della società è fondamentale. Spero quindi che sempre più persone, soprattutto i giovani, decidano di esplorare il mondo del volontariato e di trovare in esso ciò che li appassiona.

Senza dubbio, il volontariato richiede un certo impegno, ma alla fine si riceve molto di più di quanto si dà.

In che misura puoi integrare nel tuo lavoro ciò che hai imparato e vissuto come volontaria?

L’attività da volontaria mi arricchisce sia personalmente che professionalmente. Direi che si diventa più tolleranti e i propri problemi non sembrano più così grandi. A dire il vero, non mi piace la parola “problema”, rispetto a quelli che noi chiamiamo problemi, queste persone hanno difficoltà vere. Per farvi un esempio, una famiglia che seguo, non è potuta nemmeno andare in Marocco per il funerale di un parente stretto per mancanza di risorse economiche.

Storie come questa fanno riflettere, perché rispetto ai loro problemi i nostri trovano soluzioni molto più facili. Sia a livello privato che professionale ho imparato a concentrarmi sulle soluzioni e non sui problemi.